I PATRIARCATI DELL’ANTICA PENTARCHIA 2. IL PATRIARCATO DI ALESSANDRIA

1 agosto 2020

I PATRIARCATI DELL’ANTICA PENTARCHIA
2. IL PATRIARCATO DI ALESSANDRIA

(San Demetrio di Alessandria, 12° Vescovo di Alessandria d’Egitto dal 189 al 231 d.C.)

Secondo la tradizione, la comunità cristiana di Alessandria d'Egitto fu fondata dall'evangelista Marco nella seconda metà del I secolo. Comunità che vide accrescere il proprio prestigio tra il II e III secolo, grazie allo sviluppo delle scienze teologiche, che resero la scuola di Alessandria una delle più importanti dell'impero, e della nascita e diffusione del monachesimo, nelle sue varie forme. Figure preminenti della chiesa alessandrina furono: Clemente Alessandrino, Origene e Atanasio.

Nel corso del IV secolo, nel corso dei concili di Nicea (325) e Costantinopoli (381), Alessandria fu elevata al rango di patriarcato, accrescendo così in modo considerevole sia la sua autorità che ed il suo prestigio, su tutto l'oriente cristiano.

Nel 428 divenne vescovo di Costantinopoli il siriaco Nestorio, il quale arrivò a distinguere nel Cristo due persone, l'uomo e il Dio, concludendo che la natura di Cristo dovesse considerarsi umana. La conseguenza che scaturiva da questa tesi coinvolgeva la Vergine Maria in quanto, se Cristo era uomo, Maria non poteva essere "madre di Dio" (Theotókos), ma solo colei che aveva partorito l'uomo Cristo (Anthropotokos).

Nestorio, mettendo in discussione Maria, suscitò una forte reazione in Egitto, dove i fedeli erano abituati a vederla assisa sul trono: i cristiani egiziani infatti avevano spontaneamente associato il suo culto a quello della dea egizia Iside. 

Si rese necessario l'intervento dell'imperatore Teodosio II, che nel 431 convocò ad Efeso il terzo concilio ecumenico nel quale Nestorio venne assolto, mentre al contrario Cirillo venne scomunicato. Il 10 luglio giunsero però i delegati occidentali, i quali, favorevoli a Cirillo, rimossero la scomunica e rinnovarono la condanna a Nestorio, il quale si ritirò in monastero ad Eupeprio. L'Imperatore, turbato dai continui voltafaccia del concilio, lo sciolse affrettatamente, non prima che questo, però, riconoscesse Alessandria come sede patriarcale all'interno della nascente Pentarchia, con Roma, Costantinopoli, Antiochia e Gerusalemme.

Nel 451 il concilio di Calcedonia, infine, dichiarò il monofisismo dottrina eretica ed in Egitto si consumò lo scisma della Chiesa copta, temporaneamente ricomposto con l’elezione di Timoteo II che nel 460 ottenne il riconoscimento della propria posizione anche dall'ortodossia calcedoniana, conservandola sino al 475, quando per le sue posizioni monofisite venne nuovamente dichiarato eretico. Nel 477, alla sua morte, venne eletto patriarca Pietro III, campione del monofisismo, contro il quale l'imperatore Zenone emanò la sentenza di morte ordinando l'insediamento di Timoteo III che rimase sulla cattedra di San Marco sino al 481, quando gli succedette Giovanni I. L'anno successivo, dietro suggerimento del patriarca di Costantinopoli, Acacio, l'imperatore Zenone emanò un editto di uniformità religiosa, l'Henotikon, nel tentativo di sanare lo scisma monofisita. Il rifiuto da parte di Giovanni I di sottoscrivere l'editto ne comportò l'immediata deposizione e la sostituzione con Pietro III, che venne così riabilitato.



A Roma, però, dove si era rifugiato Giovanni I, papa Gelasio I negò il riconoscimento di Pietro III, scomunicando nel 484 gli altri patriarchi e dando inizio così allo scisma acaciano.



Dopo la morte di Pietro III la successione di patriarchi monofisiti di Alessandria proseguì stabilmente, nonostante nel 515 il riavvicinamento tra Costantinopoli e Roma avesse portato a chiudere lo scisma acaciano. La situazione perdurò sino al 535, con l'avvento del Patriarca Teodosio I. Egli ottenne infatti l'iniziale riconoscimento da parte dell'imperatore Giustiniano I e degli altri vescovi orientali, ma quando i calcedoniani di Alessandria gli opposero come patriarca Paolo, l'Imperatore ne ordinò l'arresto e la traduzione a Costantinopoli, dove rimase imprigionato sino alla morte. Con quest'atto le due linee patriarcali copta ed ortodossa si separarono definitivamente, rendendo stabile lo scisma tra le due Chiese.



Da quel momento le gerarchie religiose ortodosse e le autorità imperiali tentarono in ogni modo di reprimere il monofisismo, oramai radicato nella popolazione egiziana. La repressione non fece però altro che circoscrivere l'ortodossia alla popolazione greca di Alessandria, lasciando la stragrande maggioranza della popolazione dell'Egitto, legata alla chiesa copta.



Nell'anno 828 le spoglie di San Marco vennero trafugate da mercanti veneti, che, data la venerazione per il Santo diffusa nelle Venezie, dove il Patriarcato di Aquileia ed il Patriarcato di Grado facevano risalire le proprie origini alla predicazione dell'evangelista, se ne appropriarono portandole a Venezia, dove venne realizzata per custodirle la basilica di San Marco.



Attualmente sono, quindi, presenti tre Patriarchi di Alessandria:

(Teodoro II, Papa di Alessandria e Patriarca di tutta l'Africa sulla Santa Sede dell'Apostolo Marco)

1) quello copto-ortodosso, con il titolo di Papa di Alessandria e Patriarca di tutta l'Africa sulla Santa Sede dell'Apostolo Marco, con sede al Cairo e giurisdizione su tutti i copti ortodossi d'Egitto: l'attuale è Teodoro II;


2) quello greco-ortodosso, con il titolo di Papa e Patriarca di Alessandria e tutta l'Africa, con sede ad Alessandria e giurisdizione su tutta la Chiesa ortodossa autocefala d'Africa: l'attuale è Teodoro II;


3) quello copto-cattolico, con il titolo di Patriarca di Alessandria dei copti, con sede al Cairo e giurisdizione su tutti i copti cattolici d'Egitto: l'attuale è Ibrahim Isaac Sidrak.


Inoltre, il Patriarca di Antiochia della Chiesa cattolica greco-melkita, residente a Damasco, reca il titolo completo di Patriarca di Antiochia, di tutto l'Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme della Chiesa Greco-Melkita Cattolica.


Infine va segnalato che nel era stato istituito il Patriarcato di Alessandria dei Latini, senza giurisdizione effettiva, il cui ultimo titolare è stato Luca Ermenegildo Pasetto dal 1950 al 1954, definitivamente soppresso nel 1964, il quale tra il 1393 ed il 1402 ebbe contemporaneamente due Patriarchi, uno di obbedienza avignonese ed uno di obbedienza romana.

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